CASTELLI ORZINUOVI
Partenza dal castello di Romanengo
il castello (IL DOSSUM RUMELEGI) fondato nel 1197 contro i Cremaschi-Milanesi.
Naviglio Cremona
Gurch dei Scalù. Fino all'800 vi era il porto di Romanengo. Si poteva, utilizzando trasporti su barche, raggiungere città lontane come Milano o Venezia.
Piccolo tratto di sterrato verso Albera.
Villa Albera venne fondata da Carlo Schizzi nel 1678. I lavori furono interrotti nel 1692 a causa della guerra di secessione spagnola e sono stati completati solo nel 1985 dalla famiglia Farinotti di Milano.
L'Albera era stata proprietà delle monache di santa Caterina di Soncino; da qui si entra nel territorio di Triburgo formato nel 1862 da: Todeschino, Albera e Salvirola Cremonese. In questa zona, in un punto imprecisato, sorgeva il castello di Hero. Nei pressi dell'Albera nel 1195 si affrontarono in battaglia gli eserciti Cremonese contro i Milanesi e i loro alleati Cremaschi e la vittoria arrise a quest'ultimi e portò al saccheggio di tutta la zona. foto da http://www.villaalbera.com/
Oratorio dei SS Rocco e Giacinto, innalzato dalla famiglia cremonese Borghi nel 1590. Gli Schizzi avevano provveduto alla elevazione di un piano sopra la chiesa dove trovava posto il cappellano privato della famiglia.
lascio la cascina
Sterrato che da Ticengo porta a Cumignano è vietato, ma conosco il proprietario
Cumignano: l' antico mulino in disuso che il comune vorrebbe utilizzare come generatore.
A Villacampagna si scende verso il fondo di quello che era il lago di san Martino.
Soncino
Santa Maria delle Grazie, dove ha avuto la sua educazione religiosa Marianna de Leyva meglio nota come la monaca di Monza.
Torno a Soncino
Soncino
Castello di Soncino.Nel 1454 la pace di Lodi tra la repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, assegna a quest'ultimo la rocca. Nel 1471 Benedetto Ferrini e Danese Mainerio furono inviati a rinforzare la rocca di Soncino e il castello di Romanengo. Soncino passò poi ai Veneziani, ai Francesi, agli Spagnoli ed infine agli Austriaci che la vendettero ai Marchesi Stampa che la trasformarono in residenza. Nel castello sono state girate alcune scene dei film: Lady Hawk, L'albero degli zoccoli e Il mestiere delle armi.
TORRE CIVICA, (1473) nella seconda cella alla base della Torre, si narra che si lasciò morire, strappandosi le bende, Ezzelino da Romano. Ogni mercoledì un quarto alle nove, la campana suona per ricordarne la morte. Sulla sua tomba era scritto "terre Suncini- Tumulis canis est Ecelinis quem lacerant manes- tartareique canes". Mio prozio mi raccontava che quando era piccolo sulla torre esistevano ancora 2 ferri che segnavano la statura dell'uomo a piedi e a cavallo.
Sterrato per Orzinuovi.
Palazzo Montagnole
Convento Aguzzano. In questo luogo, denominato anticamente san Giorgio in Fara. L'11 luglio 1193 fu fondato Orci Novi. Nel 1383 san Bernardino, di passaggio in paese, fonda l'ordine dei Francescani zoccolanti, che si insediarono nel convento di santa Maria Assunta dell'Aguzzano. Soppresso da Napoleone fu venduto ai privati.
Castello san Giorgio, la torre è del XIII secolo. Il resto delle fortificazioni sono invece venete del 1477.
Piccola deviazione fino al lago Mandarino.
Castello Martinengo di Barco. La famiglia Martinengo era originaria della Bergamasca dove si chiamava Ghiselbertini, fu sempre fedele alla Repubblica Veneta. Il castello fu eretto da Gianfrancesco Martinengo nel 1463, sulle rovine di un forte preesistente. Nella rocca è nato Marc'Antonio Martinengo da Barco uomo violento e prepotente che, a causa della sua condotta, fu confinato in Valcamonica dove prese per moglie la figlia di un nobile. Diventato il terrore della valle, dopo essersi macchiato di rapine, uccisioni, alla fine fu ucciso in un duello.
I vecchi raccontano che tra Barco e Martinenghe esisteva un luogo chiamato "Costa dè Bal"dove, fino al medioevo, si sacrificavano delle offerte per la fertilità. Nello stessa località si dice che possano vedere fanciulle coperte di veli danzare al suono di una musica. Non sono mai riuscito a capire dove sia con precisione il luogo esatto, anche se la leggenda mette in guardia i curiosi, la vista delle fanciulle porta alla cecità e alla sordità.
La santella davanti alla cascina Martinenghe è tutto quello che rimane del monastero agostiniano di san Vittore della Rivalta,fondato nel XII secolo.
Villabona
Chiesetta morti san Pietro, o anche cimitero dei morti di san Pietro, probabilmente legato a qualche antica epidemia. E' stato san Carlo Borromeo nel 1580 a ordinare il restauro di san Pietro in Giarra e del romitorio annesso. La festa era la 4 domenica di quaresima e tutti gli abitanti della zona in processione venivano fino alla chiesa per partecipare alle funzioni. Gli allevatori di bachi da seta raccoglievano un po' di terra che si credeva tenesse lontane le malattie. Durante un giro di esplorazione molti anni fa, ancora con il mio Gilera 125 RC, presso la Chiesetta , avevo incontrato un signore decisamente avanti con gli anni. Avevamo poi passato un pomeriggio a chiacchierare mi aveva raccontato leggende del posto che si narravano nelle stalle la sera. Di tutte ricordo la leggenda delle sirene del fiume, del serpente con la testa di gallo e quella dei Camandoi o Elfi del Bosco. Chiesetta Beata Vergine del Rino. Deve il suo nome alla posizione sulle rive del rino Gambalone. E' qui che il vecchio mi ha raccontato che vivevano i Camandoi. In dialetto camandol significa pidocchio, ma qui indica anche gli gnomi che abitano tra le radici delle piante pronti a fare dispetti ai passanti se dovessero mancare di rispetto, o non lasciare ogni tanto qualche regalo.
La chiesa di proprietà dei Martinengo di Villagana che si racconta esercitavano con arroganza il loro potere. Raccoglieva anche eremiti che avevano in cura il romitorio. L'8 settembre il giorno della Natività si organizzavano balli, pranzi, giochi ai quali partecipavano, oltre che gli abitanti dei paesi bresciani, anche quelli cremonesi che potevano sfruttare il traghetto che collegava le due rive. Sempre secondo le leggende chi avesse avuto la sfortuna di avventurarsi di notte su queste rive avrebbe potuto incontrare il serpente gallo, un rettile con la testa di gallo, il cui fischio poteva ipnotizzare tutti coloro che incrociavano il suo cammino.
Lo sterrato è vietato dal tramonto all'alba
Castello Medolago Albani Martinengo del 1500. La famiglia discende dalla stirpe Valvassori di conti Medolago, un paese dell'isola bergamasca sull'Adda dove esistono ancora i ruderi del loro castello. I conti avevano avuto anche la concessione di possedere un porto, che traghettava a pagamento di un pedaggio uomini e merci sull'Oglio tra i due stati Villagana veneta e Azzanello milanese. Quando penso al pedaggio mi ricordo sempre della scena del film "Non ci resta che piangere", con Benigni e Troisi al confine:" Alt! chi siete? Cosa Portate? Ma quanti siete? un fiorino."
Castello Villachiara. Fu edificato nel 1300 da Bartolomeo III governatore di Cremona, Parma e Piacenza, su una precedente fortificazione. Presenta decorazioni del Campi e del Lattazio. Personaggi famosi, nel bene e nel male, hanno abitato il castello. Marcantonio Martinengo è stato un eroe nella battaglia di Lepanto. Estinti i Martinengo nel 1600 passò ai Bagnani. Famoso Bartolomeo Bagnani, bandito che nel 1700 terrorizzò sia il Bresciano che il Cremonese.
Mulino dei Martinengo di Farfengo. Il mulino aveva 2 funzioni: macinare e produrre energia elettrica per molti paesi del circondario. Sopra la lapide ancora visibile manca lo stemma dell' aquila dei Martinengo scomparso negli anni 90.
Padernello
https://www.castellodipadernello.it/it/ Fondato nel 1391 come castello fortificato è stato rimaneggiato più volte. E' stato abbandonato dall'ultimo erede nel 1961. Dopo l'abbandono e i primi crolli, negli anni '80 è nata una associazione che ha lavorato molto bene per il restauro. Nel 1480 la notte del 20 luglio Biancamaria Martinengo cadde dai merli del castello cercando di afferrare le lucciole. La leggenda dice che ogni dieci anni il giorno della morte appare sullo scalone del castello con in mano un libro dorato contenete un segreto che la farà errare per sempre.
Borgo San Giacomo, chiesa San Genesio della fine del XIII secolo
Verso Acqualunga incontro con una Vespa VBB1 del 1961 con problemi di avviamento
Palazzo Fe d'Ostiani, dalla famiglia di Maffeo poi traslato in dialetto Fè di origine Cremonese trasferita ad Acqualunga nel 1300/1400. Il palazzo è edificato su 2 piani con una scalinata che degrada verso l'Oglio. Nel palazzo trascorreva i suoi periodi di riposo e vi è morto il Vescovo Alessandro Fè.
vista del retro del palazzo
Chiesa San Giuseppe. La scritta sulla facciata D.O.M. Alexander Fè Episcopus Modonensis, indica che la chiesa è stata costruita dal vescovo Alessandro Fè nel 1716. La famiglia era proprietaria del palazzo Fè, dove il prelato trascorreva la villeggiatura. La costruzione della chiesa davanti al palazzo era perfetta per poter celebrare in comodità la messa tutti i giorni per i suoi dipendenti.
Palazzo della Volta edificato nel 1700 sulle rovine del castello che aveva lo scopo di controllare il porto. Attualmente è museo comunale.
Dove adesso c'è un ponte c'era il traghetto che collegava le 2 rive. Nel 1847, riutilizzando il materiale dello smantellamento del porto di Monticelli, è stato ampliato il porto di Acqualunga.
Caprioli lungo provinciale per Castel Visconti
Castel Visconti. Il cascinale sul dosso è quello che rimane del castello che controllava il porto.
Azzanello
Azzanello, sulla costa sulla sinistra del tratturo, pare fosse ubicato l'antico porto sul lago.
Federico Barbarossa ad Azzanello fece costruire un castello, poi andato distrutto. Ne resta solo un pezzo di fossato e un cascina chiamata appunto "cascina castello".
Cascina del Marchese Stanga si possono ancora notare gli stemmi delle scuderie originali che risalgono ai tempi dei fasti del Marchese.
C onvento di santa Maria della consolazione dell'ordine dei frati predicatori del 1500 soppresso nel 1653. La chiesa dedicata alla Beata Vergine del Rosario è rimasta fino al 1800.
Sterrato che porta a Genivolta era una delle speciali del rally coppa Feraboli.
La zona nonostante fosse fuori dal lago Gerundo era comunque paludosa, tanto che è stata trovata un' ara intitolata alla Dea Mefite. La zona di Genivolta è con Lodi e Cremona le sole zone nel nord Italia dove si adorava la dea.
Nello sbasso sulla sinistra lungo la provinciale in centro paese, in epoca romana fino al medioevo, c'era il porto di Jovis Alta collegato al fiume con un canale. Le merci arrivavamo al porto del fiume Oglio su barche di una certa dimensione, venivano poi trasportate su chiatte e lungo una canale trascinate fino a Genivolta.
Stazione del gamba de legn di Genivolta inaugurata nel 1914 e chiusa nel 1956. Nel cortile sulla sinistra si intravede la rampa per il carico e lo scarico delle merci.
Strada che segue il canale regolatore del naviglio
Sul ponte i segni delle rotaie del gamba de legn
Sterrato per le tombe morte
Piccola deviazione verso il santuario di Ariadello
Continuando per Soresina, si può ancora notare il tracciato del treno che costeggiava la provinciale.
Ruderi della stazione di Brugnago
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Moscona
Vecchio mulino
Chiesa di Moscona. La chiesa è in comune di Trigolo, la canonica in comune di Soresina.
Sterrato per Romanengo
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Mort dei tudesch
Todeschino
Fine
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