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43 anni, sono 43 anni che vado in moto,e in questo periodo sono stato fermato dalla polizia 3 volte. La prima con un Benelli 125 cross.
Possedevo allora un Mazzilli 125 da cross, costato la bellezza di 5 anni di risparmi, venivo da anni alla guida di moto recuperate dai demolitori, 5.000 lire era da sempre il prezzo per una moto, quasi tutte mv, mival, parilla e quasi sempre funzionanti solo con solo qualche piccolo intervento, finalmente una moto seria, una vera moto, solo da cross niente documenti per l’uso stradale, ma quel tempo la polizia era molto più comprensiva, l’appuntamento era al sabato pomeriggio davanti alla caserma dei carabinieri, c’erano tutti i tipi di moto, un vero raduno di rottami, tutti espressamente smarmittati, come al solito il maresciallo usciva per farci la solita paternale:”state attenti, non fateci stare in pensiero!” In quel periodo a Lodi avevano organizzato una gara di regolarità regolarmente abusiva, non potendo partecipare con la mia, avevo chiesto all’amico Bussi la sua Benelli 125, cross, la stessa moto che sarebbe stata acquistata qualche anno dopo da mio fratello. La Benelli era veramente bella, avrei scoperto più tardi, alla rottura della frizione, che il carter era quello della Benelli 50, e che cambio e frizione erano quelli del minarelli 50 perciò sottodimensionato per un 125. Alla mattina siamo partiti come al solito: io con il Benelli, Aiolfi con il Ktm 400, Augusto con il Puch 125, e Giovanni con il Garelli 50. Per l’occasione avevo comperato un paio di occhialoni da sci usati, purtroppo con le lenti gialle, non vedevo praticamente niente, dopo la partenza c’era subito una curva che io ho fatto subito diritto capottandomi e ritirandomi dopo 100 metri. Al ritorno, a Offanengo, siamo stai fermati dalla polizia: “Documenti”. A quel tempo non esisteva il marsupio, perciò i documenti li avevo infilati nella cintura, tocco,ma i documenti non c’erano, con le vibrazioni erano scesi più in basso, perciò, sotto gli occhi del poliziotto, avevo tirato la cerniera e levato il libretto sotto lo sguardo perplesso dell’agente, che con un rapido gesto mi faceva segno di rimettere via tutto: Non fa niente tu puoi andare”. La seconda volta che sono stato controllato è stato con un Gilera 125 regolarità competizione.
Avevo venduto il Mazzilli a Aiolfi per 90.000 lire, non ne valeva di più. Era stata la vittima degli entusiasmi del preparatore che si nascondeva in me e che aveva potuto sfogarsi dopo anni di attesa. In paese c’era in vendita una Gilera 125, era il periodo che le 4 tempi non le voleva più nessuno, le trovavi dai demolitori, questa poi era stata verniciata di verde e aveva la sella ricoperta dalla mamma del proprietario che aveva usato una tela da tenda a fiori, robusta certo, ma che unita al colore, aveva reso l’aspetto della moto tra l’orrendo e il raccapricciante, per il resto era in buone condizioni, e 140.000 lire, compreso il trapasso, era una cifra ragionevole. Il problema che alle famose 90.000 lire potevo sommare solo 10.000, dunque ne mancavano sempre 40.000, rimaneva solo mio padre, stranamente non mi aveva detto di no, voleva solo vederla, ricordo la sua espressione alla vista della moto, aveva solo chiesto al proprietario, “con questa si potrebbe fare un giro fino al lago d’Iseo?”, la risposta era stata:” solo se va piano e si ferma spesso”, mio padre aveva barcollato, comunque mi concesse il prestito. Arrivata la prima domenica e non si vedevano i soldi della paghetta, ad un certo punto ho chiesto al mio papà il conquibus, lui mi ha guardato e mi ha detto:” quanto ti do alla settimana 5.000? 40.000 diviso 5.000 fa 8, ripassa fra due mesi”. Intanto mi ero accordato con il carrozziere di Romanengo per migliorare l'aspetto della moto, stava verniciando gli scuolabus, perciò con 500 lire mi aveva riverniciato la moto tutta gialla itterizia. Comunque è stata con quella moto che ho partecipato alle prime gare ufficiali. Tutti i paesi organizzavano gare di regolarità. Nel raggio di qualche Kilometro potevi correre quasi tutte le domeniche. Per la benzina Io mi ero procurato un canestro di plastica del cherosene, con la moto che faceva i 30 con un litro, non mi sarebbe servito, ma con la scritta Pisati, faceva tanto pilota. La affidavo al mitico Peppo, con i soliti 2 litri di riserva. Una domenica al ritorno dalla gara di Melegnano, con la solita tanica in mezzo alle gambe, trovo la polizia: paletta controllo, verbale: 1) Luci non funzionanti, 2) Targa sporca 3) Tanica sul serbatoio, 4) Guida pericolosa, 5) Stop non funzionante 6) Rumorosità molesta, dopo un’ora di graticola mi avevano dato 3.000 lire per rumorosità.
La terza volta con un Guzzi 350 4 cilindri, Dopo anni di fuoristrada mi ero fatto prendere dall’idea dei grandi viaggi, venduta la Gilera per 150.000, lire mi ero messo alla ricerca di una moto a poco, pochissimo, infine su motociclismo ho trovato una Guzzi 350 gts incidentata, chiedevano una cifra irrisoria. Con mio fratello e un amico, che aveva la macchina, siamo andati nella lontana Chivasso, la moto era veramente incidentata, ma con solo1.800 Km, l’ho comperata portata a casa, poi con la lista di quello che c’era da riparare, sono andato dal concessionario opel di Crema che in quel periodo vendeva anche le guzzi, mi sono fatto dare il prezzo di tutti i pezzi, poi riparato quello che riuscivo a fare da me,(carter rifatti da mio zio in fibra di vetro, serbatoio di un benelli 250 2c, manubrio di un mio amico, frecce regalate di un Honda, marmitte 4 in 1 fatte da un mio amico fabbro) in attesa di poter acquistare il resto, ma con la moto che poteva già viaggiare, ho incominciato a fare il turismo che sognavo.
Purtroppo i virus dell’enduro mi rodeva dentro e così il pignone ha perso 2 denti, gli ammortizzatori posteriori sono diventati a gas, e i percorsi sono diventati anche da fuoristrada leggero, ma comunque la salita del Guglielmo fino in cima (allora si poteva fare), sono riuscito farla. Un giorno stavo tornando da Pavia, ad un posto di blocco mi ha fermato la stradale, e subito mi hanno contestato la marmitta, stavano incominciando a scrivere il verbale, in quel momento è passato un Le Mans a scarico libero e a manetta, il poliziotto mi ha guardato con lo sguardo di chi si sente in colpa, mi ha detto: ”mi basta che tu ammetti che fai troppo rumore”, cosa che io ho fatto immediatamente, mi ha restituito i documenti:” vai pure”. La settimana scorsa, la mattina di Pasqua avevo voglia di un giro in moto, era da circa un mese che non uscivo, l’ultimo giro era finito con una capottata, ne porto ancora le conseguenze, sapevo di avere la moto con la revisione scaduta, ma le possibilità di essere fermato erano contro tutte le statistiche, inoltre i miei giri toccano raramente l’asfalto. Vestito sono uscito, sterrato, Izano, sterrato Madignano, sterrato, Castelleone, qui sono costretto a fare circa 200 metri di asfalto per superare un semaforo e riprendere di nuovo il fuoristrada, appena passato il semaforo: pattuglia di carabinieri, paletta. Prima regola farsi vedere tranquilli:” buona Pasqua, siamo solo noi in giro, ma vi pagano il doppio a farvi lavorare la pasqua? ”Almeno!" Poi dopo un controllata ai documenti mi si avvicinano e mi dicono:” dove sta andando”, “ a fare qualche foto”, “è meglio se va a casa, è senza revisione”, "certo, grazie”. A quel punto ho cercato di risalire sulla moto, ma non riuscivo ad alzare la gamba,
poi il carabiniere mi ha fatto segno di ripartire tra un’auto e l’altra, purtroppo mi ero fermato in terza e nel ripartire mi si è spenta in mezzo alla statale, con la coda dell’occhio ho visto in 2 carabinieri che si guardavano e scuotevano la testa come per dire, ma questo sa andare in moto, o l'ha rubata al figlio? " |
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